Claudio Naccari
È nato a Palermo nel 1976 dove vive ed opera come Pittore e Grafico.
Ha conseguito la Maturità Artistica presso il Liceo Artistico Eustachio Catalano di Palermo, con il massimo dei voti. Nel 2000 Si Laurea presso L’Accademia di Belle Arti di Palermo, presso il corso di Decorazione con la votazione 110/110 e Lode.
Lavoro
Nel 2001, presso l’ ente Regionale ANFE acquisisce la qualifica di Restauratore d’Arte, tipo Q2, restauro di superfici dipinte su tela e tavola.
Dal 2004 al 2013, è Titolare della ditta individuale L’Artefatto.
Ha al suo attivo diverse mostre collettive.
Inserito in cataloghi e pubblicazioni D’arte di lui hanno scritto, tra gli altri: Pino Giacopelli, Aldo Gerbino, Marcello Palminteri e Lea Mattarella.
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Applicazioni
Riguardo al servizio di clientela privata ed enti pubblici questi sono gli ambiti di cui mi occupo:
- Conservazione di dipinti su tela e tavola
- Dorature in foglia nobile e non.
- manufatti lignei
- Laccature
- Decorazione
- Recupero Creativo
- Riproduzioni d’Arte.
- Restauro conservativo ed estetico di manufatti in ceramica, ceramiche, porcellane e cartapesta.
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Dalla critica
Lea Mattarella
Roma, 1998
“Qualche anno fa uno dei maestri dell’attrattivo italiano scriveva che l’immaginazione creativa avrebbe avuto ‹‹la possibilità di costruire una nuova utopia: la non forma geometrica›› . Questa affermazione di Achille Perilli mi viene in mente di fronte ai lavori di Claudio Naccari così legati ad una ricerca di chiarezza nell’esercizio della forma, eppure stranamente lirici, vibranti di una vitalità sconosciuta alla geometria. Colpisce il suo procedere sicuro che si traduce in opere formalmente mature, espressioni coerenti del suo certo sentire. Ha scelto un modulo, il quadrato, che nelle ultime opere è diventato più piccolo e tre colori, i blu, il rosso il verde.“
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“Con questo vocabolario dà vita ad un linguaggio pittorico attento soprattutto alle possibilità della luce e della trasparenza. Con un segno sicuro costruisce trame e tessiture di colore che assorbono e riflettono luminosità e creano fitte intersecazioni spaziali. La profondità che nasce direttamente dalla ricchezza cromatica ha il suo valore di un approdo, di una conquista. Naccari sembra voler raggiungere un ideale perfezione nel suo tendere deciso a rintracciare un equilibrio. Eppure manca nelle sue carte la freddezza optical, anche se ad una prima occhiata gli ingredienti sembrerebbero esserci tutti. Primo fra gli altri il motivo ripetuto fino all’ ossessione.”
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“Ma Claudio è catturato dai suoi segmenti e nonostante il continuo controllo dell’intelligenza costruttiva è il gesto creativo che esce vittorioso da questo incontro con la superficie pittorica. Così l’ intensità del segno, la forza del tratto sono le grandi incognite di questo processo che costruisce immagini. Nel loro differenziarsi, infittirsi e separarsi è contenuto il ritmo del dipinto. Mi colpisce sopratutto una composizione che mostra il passaggio dall’oscurità alla luce, dal sonno alla veglia attraverso un procedere graduale dal blu scuro al rosso chiaro. Che sembra volerci dire, con le parole di Klee, che ‹‹l’arte non ripete le cose visibili, ma rende visibile.››
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